DIVERSE TIPOLOGIE DI ESERCIZI
Statici: isometria (crea tensione sul muscolo senza accorciamento)
Dinamici: catena aperta-isotonici (un solo muscolo in fase concentrica ed eccentrica)
catena aperta-isocinetici (due muscoli solo in fase concentrica)
catena chiusa
Pliometrici: catena cinetica aperta (rapido susseguirsi di una contrazione eccentrica e di una concentrica)
CARATTERISTICHE CATENA APERTA (che avviene con estremità distale libera,leg ext):
-azione su una sola articolazione
-azione analitica su un solo gruppo muscolare per movimento
-potenziale effetto negativo di traslazione della tibia anteriore (se lavori sul quadricipite) o posteriore ( se lavori sui flessori di ginocchio)
-notevole efficacia nel recupero del tono trofismo
-pattern motorio poco usato nella vita normale
CARATTERISTICHE CATENA CHIUSA (che avviene con estremità distale solidale ad una superficie d’appoggio,ad es leg press):
-Azione su piùarticolazioni(anca gin, caviglia)
-azione di cocontrazione su muscoli agonisti/antagonisti)
-effetto positivo di stabilizzazione articolare
-minore efficacia nel recupero del tono trofismo
-pattern motorio molto usato nella vita normale
-potenziale stress articolare oltrei 90° di flessione e maggiore é lo stress articolare maggiore è il rischio di sovraccarico
Quali strumenti usare:
Per isometria…senza o con elettrostimolazione
Per catena aperta…peso dell’arto, mani rieducatore, pesetti, elastici, sedile elastico, leg ext, macchina isocinetica
Per catena chiusa….vector, pressa carico naturale,
Per pliometria…balzi consecutivi su vector, balzi da e su step, cioè atterro e risalto
CONSIGLI
1) AVERE SEMPRE UNA VISIONE DI INSIEME PER SAPER SELEZIONARE I GIUSTI ESERCIZI PER OGNI PAZIENTE DURANTE IL SUO PERCORSO DI RECUPERO
2) SAPER DOSARE LA GIUSTA QUANTITA’ DI LAVORO EVITANDO SOTTOCARICHI E SOVRACCARICHI
-QUALE ARCO DI MOVIMENTO?
Completo nei limiti fisiologici(es.flessori da in piedi)
Completo nei limiti dello strumento(es.isocinetica)
Limitato nell’arco del non dolore(es.iperpressioni rotulee)
Limtato nell’arco che evita stress articolari( pressa)
Limitato per lavorare su specifici muscoli(vasto mediale)
-QUALE INTESITA’
Modulare la resistenza manuale, pesetti, elastici ecc.
-QUALI VELOCITA’ ANGOLARI?
Se alte avremo modesto sterss articolare, notevole azione di stimolo neuromotorio(on/off), modesta efficacia nel recupero del tono, corrispondenza rispetto alle velocità usate nei movimenti della vita attiva; se basse il contrario,cxioè maggior stress, efficacia nel recupero del tono e non corrispondenza rispetto alle velocità usate nei movimenti della vita attiva
-QUALE DOSE COMPLESSIVA DI LAVORO?
Cioè numero di sedute di rinforzo a settimana e regolazione del mix di esercizi di rinforzo, in una singola seduta selezionare non più di 5 tipi di esercizi ad esempio flessori, intrarotatori, polpacci, quadricipite, pressa
-COME PREVENIRE IL SOVRACCARICO?
Controllare gonfiore, non deve mai essere superiore a quello del giorno precedente
Ricordare sempre che il movimento articolare in scarico sgonfia( senza peso del corpo e resistenza) e che il carico gonfia(ad esmpio stop stampelle). Se la parte in esame si gonfia quasi sempre dipende da noi.
sempre progressione e gradualità, aggiungere un solo esercizio per seduta, riscaldamento e stretching sempre, indagare su effetto sommatoria, cioè indagare se il paziente ha effettuato o effettuerà in giornata attività che possono caricare la zona interessata dal recupero
-COME CURARE IL SOVRACCARICO?
Riposo assoluto, soluzione a volte indispensabile meglio se presa dal medico, riposo relativo, cioè il paziente fa una seduta ridottissima, terapie fisiche oppure visita
3) VARIARE IL LAVORO DI RINFORZO PERIODICAMENTE PER NON RENDERLO NOIOSO E POCO MOTIVANTE.
Abituarsi a ragionare per obbiettivi per capire se sono stati centrati
Modificare sempre il protocollo, senza cadere nel rischio opposto di cambiare troppo spesso.
4) MISURARE I RISULTATI AD INIZIO E FINE CICLO E SOPRATTUTTO SPIEGARLI BENE AL PAZIENTE
IN CHE MODO?
A occhio, con misure di circonferenza, con valutazione manuale comparativa, con comparazione dei kg sollevati con l’altro arto, con test funzionali semplici (ad es. Ammortizzando senza oscillazioni il carico monopodalico), con test funzionali più complessi ( ad es. One leg hop test)
MAI DIMENTICARE CHE E’ IMPORTANTISSIMO MOSTRARE AL PAZIENTE CHE SI CONTROLLANO I SUOI RISULTATI, QUESTO EVITA CHE GLI ESERCIZI DI RINFORZO DIVENTINO UNA BANALIZZAZIONE E UN RIPETERSI DI MOVIMENTI SEMPRE UGUALI.