L’importanza dell’acqua nel recupero funzionale

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Ancora prima di nascere il nostro corpo rimane per nove mesi immerso in un liquido composto per il 90% di acqua, il liquido amniotico. Questo semplice dato per farci capire come l’acqua sia un ambiente naturale per il nostro organismo.

Prima di parlare dell’importanza dell’esercizio in acqua è utile fare una precisazione:

Il nuoto inteso come sport non ha alcuna finalità riabilitativa o di recupero funzionale, purtroppo la classica frase il nuoto fa bene é da ritenersi vera come è vero che lo sport fa bene in generale, ma pensare che questa attività possa risolvere delle problematiche deve rimanere una leggenda. IL NUOTO NON E’ TERAPEUTICO, anzi per alcune problematiche, come ad esempio la scoliosi, può risultare dannoso, in quanto trattasi di uno sport dove ci sono continue sollecitazioni sulla colonna vertebrale, soprattutto in senso rotatorio, con il rischio di renderla più flessibile e di conseguenza più deformabile. Inoltre il nuoto prevede un continuo inarcamento della schiena e questo può provocare scivolamenti di una vertebra sull’altra, condizione presente in alcune importanti patologie (spondilolistesi).Questo sport è da considerarsi, da un punto di vista biomeccanico, alla pari di ginnastica artistica e ritmica e della danza classica.

E’ quindi fondamentale distinguere il nuoto dall’attività di recupero funzionale in acqua, intesa come ginnastica specifica finalizzata al miglioramento o al recupero di una funzione. Può essere paragonabile ad esercizi svolti in palestra riabilitativa, la differenza consiste proprio nella presenza dell’acqua. In generale, quindi, possiamo affermare che l’attività di recupero funzionale in acqua é determinante per poter svolgere esercizi, che a causa delle condizioni in cui si trova il paziente, non potrebbero essere svolti a “secco”.

PRINCIPI FISICI DELL’ACQUA SFRUTTATI IN RIEDUCAZIONE FUNZIONALE

Principio di Archimede

Un corpo immerso in un liquido riceve una spinta verticale dal basso verso l’alto (esattamente opposta a quella di gravità) pari al peso del liquido da esso spostato. La forza peso del corpo immerso sarà, quindi, in parte compensata proprio da questa spinta ed é per questo motivo che quando ci si immerge fino all’ombelico il nostro peso si riduce del 50%, e del 90% quando ci immergiamo fino al collo. Questa spinta permette ad una persona che normalmente è costretta a camminare con l’ausilio di due stampelle (a causa di un infortunio), di deambulare liberamente in acqua alta, in questa maniera può recuperare precocemente un corretto schema del passo e ottenere una migliore rieducazione al movimento, avendo meno peso che grava sull’articolazione in esame.

La pressione idrostatica

La pressione che grava su un corpo immerso in un liquido é direttamente proporzionale al peso specifico del liquido e alla profondità alla quale il corpo si trova.Questa proprietà aumenta con l’aumentare della profondità, per questo funge da “drenante”, favorendo il circolo di ritorno ed andando ad agire positivamente su edemi e gonfiori. Tale pressione viene esercitata perpendicolarmente in ogni punto della superficie corporea migliorando sia l’equilibrio, che la propriocezione (capacità di regolare la postura grazie al coordinamento di una risposta motoria adeguata alle variazioni esterne.)Insieme alla spinta di Archimede, realizza quella particolare sensazione di perdita di gravità che si avverte durante l’immersione.

Reazione viscosa

E’ la resistenza che l’acqua oppone ad un corpo che si muove al suo interno. L’acqua essendo più densa dell’aria fornisce una maggior resistenza al movimento. Questa proprietà ci permette di effettuare esercizi di rinforzo evitando sovraccarichi e pesi. Aumentando la velocità d’esecuzione aumenterà anche la resistenza fornita dall’acqua. Questa resistenza può essere ulteriormente incrementata aumentando la superficie da spostare attraverso l’utilizzo di pinne o attrezzi vari.

Temperatura

Il caldo aumenta la vasodilatazione dei tessuti grazie al suo effetto vasodilatatore, il caldo inoltre favorisce il rilassamento muscolare ed ha di conseguenza un effetto analgesico. La temperatura ottimale si aggira intorno ai 30°, in quanto una temperatura superiore, pur favorendo la vasodilatazione, tende ad affaticare precocemente i muscoli durante esercizi di una certa intensità con importante dispendio aerobico. Generalmente i nuotatori agonisti si esercitano con temperature intorno ai 26°

La profondità dell’acqua

Nel tipo di attività che stiamo analizzando anche la profondità dell’acqua assume un’importanza notevole; come dicevamo precedentemente il livello dell’acqua modifica la pressione idrostatica e di conseguenza il carico che grava sul corpo umano. A seconda delle loro finalità ci sono esercizi che verranno svolti a diverse altezze dell’acqua, per modificare il carico che grava, ad esempio, su un ginocchio o una caviglia. Possiamo schematizzare questo aspetto con una semplice tabella che ci indica il peso acquatico (peso apparente) in relazione al livello di immersione del corpo.

 

ALTEZZA DELL’ACQUA PESO ACQUATICO
Immersione totale 3% del peso terrestre
Fino al collo 7% del peso terrestre
Alle spalle 20% del peso terrestre
Al petto 33% del peso terrestre
All’ombelico 50% del peso terrestre
Al bacino 66% del peso terrestre
A metà coscia 80% del peso terrestre
Al polpaccio 95% del peso terrestre

 

L’analisi delle proprietà fisiche dell’acqua ci porta a stabilire quelli che sono i vantaggi del recupero funzionale in acqua; questo tipo di lavoro, a seconda della patologia in esame e delle tempistiche può essere associato a un lavoro a “secco”, cioè fuori dall’acqua, o essere utilizzato come unica proposta di recupero dove sia necessario svolgere esercizi in scarico parziale o totale.

VANTAGGI DEL RECUPERO FUNZIONALE IN ACQUA

-La diminuzione della forza di gravità facilita una ripresa molto rapida dei movimenti attivi, la mancanza parziale di peso favorisce, inoltre, la possibilità di effettuare correttamente il gesto specifico della deambulazione e permette di ripristinare un corretto schema del passo, che a causa del dolore o dell’immobilità è sicuramente carente.

-La riduzione dello stress articolare, del gonfiore e quindi del dolore favorisce movimenti più ampi rispetto a quelli che vengono concessi fuori dall’acqua. Questo aspetto consente al paziente di migliorare la propria fluidità articolare, cioè avere una maggiore elasticità nei movimenti e quindi minor rigidità.

-La resistenza offerta dall’acqua (viscosità) favorisce un precoce recupero muscolare, tele resistenza può essere aumentata con l’utilizzo di alcuni ausili( pesetti, elastici, galleggianti)

-L’ambiente acquatico modifica la percezione del nostro corpo, questo costringe il paziente a ricercare un maggiore controllo e ad eseguire movimenti con maggiore attenzione, migliorando quindi le proprie capacità propriocettive e coordinative.

CONTROINDICAZIONI ALL’ATTIVITA’ DI RECUPERO FUNZIONALE IN ACQUA

Importante sottolineare come ci siano, oltre a molti vantaggi, diverse controindicazioni all’attività di recupero funzionale in acqua:

-Infezioni della cute e ferite aperte.

-Patologie cardiache gravi

-Incontinenza

-Intolleranza al cloro

-Febbre

-Gravi disturbi renali

BIBLIOGRAFIA

Umberto Borino – Stefano di Coscio, In Acqua, Milano, Edizioni Correre, Marzo 2011