Molte volte noi addetti ai lavori ci siamo sentiti porre questa domanda: Il nuoto é consigliato per il dimagrimento?
Negli ultimi anni vi è stata una notevole diffusione dell’attività in acqua, integrando il classico nuoto con una serie di attività come ad esempio la corsa in acqua profonda, la quale, oltre ad essere un mezzo molto utilizzato in ambito preventivo e di riatletizzazione, viene scelta sempre più spesso come metodo integrativo o alternativo all’allenamento tradizionale. La differenza con il nuoto è da ricercarsi nel movimento contemporaneo degli arti inferiori e superiori.
L’attività in acqua profonda è una forma di allenamento che non stressa le articolazioni, differentemente a molte tipologie di sport praticati sulla terraferma, pensiamo ad esempio alla corsa che non può essere utilizzata da tutti allo stesso modo. Persone in sovrappeso o con patologie di vario genere agli arti inferiori difficilmente possono correre senza incorrere in problematiche. Per questi soggetti la corsa in acqua può rappresentare una valida alternativa. Inoltre durante il periodo di recupero in seguito a un infortunio, un soggetto sportivo può riprendere precocemente il movimento con una gestualità propedeutica alla corsa in ambiente favorevole.
Studi condotti presso il dipartimento di Chinesiologia della Texas University hanno identificato la quantità lavoro che occorre svolgere in acqua per consumare la stessa quantità di calorie a secco. Un lavoro che abbini il contemporaneo movimento di arti inferiori e superiori, della durata di 60 minuti, determina una spesa di circa 500 calorie, uguale a quella che vengono spese correndo per lo stesso tempo alla velocità di 9,5 km/h.
Attraverso questo tipo di lavoro è possibile stimolare in maniera efficace il sistema cardiocircolatorio e respiratorio mantenendo con facilità e per lungo tempo la frequenza in un range lipolitico. E’ opportuno sapere che in acqua la frequenza cardiaca, rispetto a quella corrispondente ad un lavoro simile effettuato a secco, risulta ridotta, ma il consumo di ossigeno è paragonabile a quello ottenuto a secco. La frequenza cardiaca si riduce in acqua perché la diminuzione della gravità rende più efficiente il ritorno del sangue alle estremità e perchè il sangue può circolare meno velocemente in quanto la funzione della termoregolazione è in parte assolta dall’acqua nella quale ci si trova immersi, nel senso che il nostro corpo è avvolto in un liquido la cui temperatura è intorno ai 27 ° e questo aspetto favorisce la dispersione termica di calore attraverso la cute.
La pressione idrostatica, quella esercitata dall’acqua sulla parte sommersa del corpo, facilita la circolazione del sangue e migliora gli scambi ossidativi. La quantità di ossigeno trasportato e utilizzato non varia in quanto in acqua la resistenza è data dall’acqua stessa, mentre a secco è la gravità del peso che incide sul consumo di calorie. La resistenza dell’acqua è variabile ed è direttamente proporzionale alla superficie ed al volume del corpo in movimento e alla velocità di esecuzione. Quanto più è rapido il movimento, tanto maggiore è la resistenza opposta dall’acqua.
BIBLIOGRAFIA
Umberto Borino, Happy acquatics, anno xv, Settembre- Novembre 2013